Barcellona in luglio è calda, vivace, giovane ma anche meno giovane. E’ sudaticcia, ma è anche arieggiata, se trovi un posto all’ombra. A tratti è lenta, a tratti caotica, è silenziosa, ma più spesso è chiassosa, a tratti assordante. E’ un miscuglio di lingue, colori e sapori e sa accoglierti, qualunque cosa tu stia cercando.
Il mio viaggio a Barcellona non è iniziato nel migliori dei modi, un aereo cancellato ed un viaggio d’andata che è durato il doppio di quanto previsto, con tanto di scalo a Roma perché why not? Grazie Vueling, grazie.
Ho viaggiato da sola, ma sapendo che una volta arrivata avrei trovato il mio caro fratello che al momento vive là e che mi ha fatto da guida per i 4 giorni spagnoli. Per l’alloggio mi sono affidata ad AirBnb che ho usato per OGNI SINGOLO viaggio che ho fatto nell’ultimo periodo e che non posso far altro che consigliare. Caldamente. In questa occasione sono stata in una stanza privata a casa di una famiglia spagnola che ho adorato e che senza dubbio mi ha dato quel qualcosa in più rispetto alla vacanza classica. Ho trovato due hosts, Marcela e Pep, che sono stati molto più di semplici hosts: mi hanno consigliato, fatto sentire a casa ed è stato sempre un piacere tornare e scambiare quattro chiacchiere con loro.
Dunque, ci credete se vi dico che ho preso i mezzi solo due volte, da e per l’aeroporto? Per il resto ho girato tutta la città a piedi o in bicicletta (che ho noleggiato in un negozietto mezzo nascosto nel quartiere del Born e che ha voluto pochissimo, meno di 10 euro al giorno!). Noleggiare la bicicletta si è rivelato un affarone a 360 gradi perché mi ha permesso di risparmiare e allo stesso tempo avere comunque la possibilità di passare da un lato all’altro della città vedendo ogni quartiere lungo il tragitto, passando dal mare alle zone più alte. Ora, vi avviso: Barcellona NON è pianeggiante quindi preparatevi a tornare a casa con dei glutei di ferro a dir poco.
La prima tappa del viaggio non poteva che essere la Bouqueria: un grandissimo mercato che straripa di prodotti tipici, da frutta, frutta secca, verdura, carne, pesce e qualsiasi altro genere alimentare. Molto bello e caratteristico, ma forse col tempo è diventato un po’ troppo turistico e come mercati ho preferito il Mercato Santa Caterina per il cibo e il Mercat dels Encants: un mercatino delle pulci in cui potete trovare letteralmente di tutto, in qualsiasi condizione (e di qualunque provenienza, a volte anche dubbia..)
Passando dietro las Ramblas, si arriva nel Born e in una delle viettine molto meno trafficate di turisti, abbiamo trovato una piccola bottega che vendeva SOLO gelati a stecco vegan. Ovviamente mi sono fermata a conversare con i proprietari che mi hanno anche gentilmente dotato di una mappa eco-friendly della città – the dream! La zona in generale è stata una delle mie preferite, piena di botteghe artigianali e negozi indipendenti.
Se visitate Barcellona d’estate e volete una tregua dalla calura, Parc de la Ciutadella potrebbe fare al caso vostro, oppure potete sempre scegliere di andare in spiaggia: è all’incirca a 25 minuti n bicicletta dalla Sagrada Famiglia (dove era la mia stanza) ed è come arrivare in un altra vera e propria location di villeggiatura.
Oltre a Parc Güell, la Sagrada Familia e all’architettura di Gaudì (che è d’obbligo e su cui non sto a soffermarmi troppo perché potete leggere guide molto più esaurienti di me), vi consiglio di passare una mezza giornata per perdervi nelle vie della Ciutat Vella – città vecchia. Tra il quartiere del Born e quello del Gòtic è tutto un susseguirsi di locali alternativi, negozi indipendenti, vintage, artigianali che vi faranno venire voglia di visitarli uno ad uno.
Plus, i locali plant-based sono letteralmente uno dopo l’altro, degni di menzione il Veggie Garden e la pasticceria Chök. Vi dico solo che quest’ultima ha un ben di Dio di dolci vegan e non (credo di aver mangiato il miglior cupcake vegano ever) ed ha pure il laboratorio in vetrina: inutile che vi dica quanto tempo ho passato ad analizzare lo sfortunato pasticcere che era in turno quel giorno, basti pensare che ad un certo punto la commessa mi ha fatta entrare in laboratorio. Whoopsie!
Capitolo yoga: ovviamente volevo provare qualche lezione perché why not? Ne ho provate due: una sulla spiaggia alla Barceloneta, la domenica mattina alle 8.30 Ho trovato questa lezione con Zlata tramite AirBnb (se non se eravate a conoscenza, adesso questa piattaforma vi dà anche la possibilità di fare esperienze, di ogni genere, con gente del luogo. Per cui quando ho trovato “Yoga sulla spiaggia” ho pensato “okay, questo è fatto apposta per me”). Non so spiegarvi la pace che regnava – the dream part 2. Per la seconda lezione invece sono andata alla ricerca di uno studio. Ho trovato sulla buonissima Mindbodyapp, Yoga Connections, uno studio che ha più o meno la stessa struttura, la stessa organizzazione e la stessa filosofia di quello in cui insegno a Milano e di fatti è stato come andare a casa. La lezione con Mireia alle 7.30 del lunedì mattina è stato quello che ci voleva per rimettermi in sesto dopo i km dei giorni precedenti percorsi tra bicicletta a camminata. In generale comunque è stato bellissimo poter confrontarmi con le due ragazze che hanno tenuto i due corsi, poter parlare, conoscere ed entrare in contatto grazie proprio alla passione in comune.
5 giorni condensati in qualche riga, ecco tutto!