Pensieri | Sul silenzio

Novembre è per me è sempre stato il mese per rallentare, il mese per tornare un po’ più all’interno. Il mese del silenzio.
Non so dove andrò a finire con questo post in realtà. Credo più che altro sarà una sorta di riflessione su questa parola che ultimamente mi risuona molto (how ironic).

Sono sempre stata una persona silenziosa. E la cosa non mi è sempre piaciuta. Spesso quando sono a casa non accendo né musica, né tv, né podcast. Niente. Rimango in silenzio. Spesso quando sono in giro metto le cuffiette ma in realtà non ascolto nulla e mi limito ad ascoltare quello che mi sta attorno. Non amo le chiamate al telefono. A volte i rumori attorno mi danno proprio fastidio: un tono di voce troppo forte, il volume troppo alto (concerti a parte, obvs). Insomma, mi sono sempre trovata bene nel silenzio, ma questo aspetto non sempre va d’accordo con una realtà che ci chiede di essere rumorosi, di farci sentire, in cui vince chi ha la voce più grossa. Da piccola non so quante volte mi è stato detto di alzare la voce, di essere di più, di farmi sentire.
L’ho fatto, più volte mi sono sforzata di alzarla, questa voce. E ogni volta finivo per sentirmi ulteriormente discorde con quello che ero. Come se vibrassi ad una frequenza che non era la mia.

Ho scoperto poi, per fortuna, altri mondi. Mondi in cui la musica è più lenta, la voce sussurrata, i movimenti più sottili. Ho conosciuto un mondo un po’ più yin, più femminile, più lunare. E le cose sono cambiate anche per me. Mi sono resa conto che in realtà per molte persone il silenzio fa paura. Il silenzio ti fa sentire i pensieri più intimi, più profondi. I pensieri che tv, radio, musica o qualsiasi altro suono va ad attutire.
Mi sono resa conto che il silenzio è una pratica. Il silenzio è uno stato fertile, in cui tutto si crea. Si creano pensieri, si creano intenzioni, si creano connessioni.
Il silenzio non è assenza, al contrario, è essere talmente presenti da lasciare tutto il resto al di fuori. Talmente presenti che tutti gli altri suoni diventano superflui.

Nel silenzio riesco ad esprimere ciò che veramente sono e mi sono resa conto che la mia persona, la mia essenza, il mio messaggio arriva a quelli che sono in grado di ascoltare anche quei suoni più sottili.
Se vi ritrovate in questa breve riflessione state certi, le persone in grado di trovarci anche nel bel mezzo del caos sono quelle pronte a recepire il nostro essere silenzioso. La nostra lentezza. La nostra sottigliezza. La nostra intuizione.

Onorare il silenzio. Onorare questo stato fertile. Contemplare. Assimilare tutto quello che ci sta attorno. Le sensazioni, i suoni, gli odori. Sentire il sole sulla pelle. Ammirare un tramonto. Contare le stelle. Scegliere la bellezza e scegliere l’autenticità. Disconnettere per riconnettere. Tutto in silenzio. Quanto spesso ci permettiamo di farlo?

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