Lo sapete che era dal lontano gennaio 2020 che non facevo un viaggio da sola? Sola solissima, intendo. Diverso dall’andare a salutare amici/parenti all’estero, diverso dal viaggiare con qualcuno, diverso dall’andare a ritiri o esperienze di questo tipo. Solo proprio prenotare per quando voglio e fare quello che voglio.
Beh, quasi due anni dopo è successo di nuovo e ad inizio mese sono stata ad Hamburg.
Era da un po’ di tempo che era nella lista delle città che volevo vedere, ho visitato diverse parti della Germania ma non ero mai stata così a nord. Mi intrippava il fatto che non fosse la “classica” città tedesca (cos’è poi la classica città tedesca), ma che avesse in realtà influenze un po’ più nordiche – cosa che effettivamente ho ritrovato.
Quindi, niente, armata del mio zaino (ormai sono diventata una pro, nemmeno il bagaglio a mano – super super proud e per questo shotout ai cammini estivi in cui tutto quello che hai te lo porti sulle spalle). Ma si diceva, ho preso il mio zaino e un venerdì sera di fine ottobre sono partita. Ecco come è andata.
Moving Around
La città come vi dicevo mi è piaciuta moooolto. Il mio AirBnb non era centralissimo. Nel senso, non centro storico. Però era in una bella zona residenziale e piena di locals (e voi sapete quanto mi piaccia fingere di essere local quando viaggio, no?). Come al solito quando viaggio da sola ho optato per l’opzione casa condivisa e a sto giro sono capitata da Maria, una signora di origini olandesi con un gusto eccentrico (avevo un manichino in camera, tra le mille altre cose) ma anche una cura dei dettagli pazzesca, super carina e con cui mi sono fatta lunghissime chiacchierate.
Il quartiere in cui ero si chiama Bamberk-Sud ed è stato molto comodo, sia per l’aeroporto (circa 20 EUR in taxi quando sono arrivata la sera tardi e 4 EUR in metro), sia per raggiungere il centro. A tal proposito, io ho girato tutta la città a piedi, non ho MAI preso un mezzo, ma questa sono io che ho problemi 😊
La superficie è davvero ampia (alla fine stiamo parlando della seconda città più grande della Germania) e andare da una parte all’altra della città, considerando che proprio al centro c’è il Lago Alster che in qualche modo va circumnavigato, potete impiegarci anche molto più di un’ora. I mezzi sono comunque dappertutto, ma alla fine io mi aspettavo tre giorni di vento e pioggia mentre ho trovato tre giorni tiepidini e di sole, come potevo non voler passeggiare in lungo e in largo, ammirando dei colori autunnali meravigliosi?
Città
E’ pazzesco come in una sola città possano esserci zone così diverse tra loro: a volte mi sembrava di stare ad Amsterdam, a volte a Londra, a volte a Copenhagen, a volte a Ginevra, per dirvene un paio.
Mi è piaciuto il fatto che ci siano molti spazi verdi e a tal proposito super consigliato Planten un Blomen, un giardino curatissimo in cui passeggiare in mezzo al verde (e magari anche fermarsi a leggere e vedere la gente passare, in una giornata tiepida) e fare tappa al Japanesische Garten. Super consigliato anche il lungo lago, una passeggiata lunghissima, dove troverete persone che corrono, vanno in barca, bici, pattini, la qualunque a qualunque ora del giorno, roba che vi farà venir voglia di essere super attivi anche voi.
Moltissimi sono i musei, le esposizioni e in generale il panorama artistico ho notato essere molto attivo. Io sono stata super fortunata perché la domenica in cui ero là c’erano i musei aperti e gratuiti in occasione del Reformationstag (festa nazionale, o perlomeno di quella regione) – ho optato per il Kunst & Gewerbe Museum, museo di storia e design in cui avevo letto esserci un’installazione che mi interessava, che ruotava sul concetto di Heimat, facilmente traducibile come patria ma che in realtà ha molte più sfumature. E’ stato davvero bello, amici, il museo in sé e l’esposizione. Consigliatissimi.
D’obbligo anche un giro nella zona del porto, Hafencity, che alla fine è come un grosso polo logistico che credo sia addirittura parte dell’UNESCO – tbh, non la mia parte preferita, anche perché in tre giorni non ho avuto tempo di andare a scoprire bene la parte più “navale” della città, però caratteristica, quello è certo.
La parte che senza dubbio mi è piaciuta di più è quella tra Sternschanze e Karolineviertel, la zona un po’ più giovane, alternativa, vogliamo definirla un po’ più “hipster”? Sicuramente è la zona dei locali, bar, ristoranti più interessanti, la zona dei concept stores e degli studi yoga, aspetto che very smoothly mi porta al prossimo paragrafo.
Yoga
Prima di parlare di yoga di per sé, vorrei fare un preambolo linguistico dicendovi che io in realtà il tedesco l’ho studiato alle superiori e all’università ma che Santo Cielo, nessun problema (o quasi) con la lettura, ma con la comprensione e col parlato tutta un’altra storia! Mi sentivo come quando, i primi mesi in prima superiore ascoltavo Peter, il nostro insegnante madrelingua (che secondo me faceva anche apposta a parlare sbiascicando le parole, ma quello è un altro discorso), e non capivo nulla. NULLA.
Ho deciso comunque di andare a praticare yoga in tedesco? Of course yes, anzi, natürlich. Perché alla fine il linguaggio dello yoga è universale, no?
Beh, vi dirò, è andata molto meglio di quanto pensassi. Di base perché copiavo gli altri, ma ad un certo punto ho anche preso dimestichezza con un paio di parole “tecniche” – grande soddifazione.
Ho prenotato le mie classi sull’app Eversports (super consigliata nel caso vi trovaste nella stessa situazione) e ho provato uno studio che si chiama Power Yoga Germany e in uno che si chiama Roots Yoga – in quest’ultimo si è trattato proprio di un’esperienza totalizzante, musica super coinvolgente, l’energia di tante persone (vaccinate) che praticavano una vicina all’altra. E’ stato davvero profondissimo.
Food
Oramai lo sappiamo che nelle grandi città, specie del nord Europa, mangiare veg è facilissimo. In qualsiasi posto in cui sono capitata ho sempre trovato una (o più) opzioni veg. Dalle insalate ai curry, ai burger, alla pizza. Davvero c’era l’imbarazzo della scelta. Per non parlare di caffé, golden milk, matcha latte e tutto quel ben di dio che trovi in ogni Cafè. Ci sono pure pasticcerie e negozi di torte solo vegan. E c’è la fila fuori da questi negozi, I meannnn….
E poi sapete cosa amo dei paesi nordici? Il fatto che puoi cenare alle 18 ed è completamente normale. ADORO.
Bene, questo era il recapito fatto a modo mio di Hamburg – so che lo dico un po’ troppo spesso ultimamente, ma ci vivrei? Totally. Anzi, absolut. Unbedingt.