Arrivo un mese e mezzo dopo, però ci arrivo. Eccoci qui alle ultime tappe del mio viaggio in Andalusia, ovvero Córdoba e Granada. Tbh dopo Siviglia, di cui, se ve lo siete perso, ne ho parlato qui, c’è stata Málaga, di cui, però ho deciso non parlare per il semplice fatto che è stata una tappa un po’ anonima, intermedia e che non mi ha lasciato molto – a parte un AirBnb con il patio dei sogni in cui ho trovato la location lettura, per l’appunto, dei sogni.
Córdoba
Sono arrivata a Córdoba con un simpaticissimo treno delle 7.30 del mattino, con la casa situata a circa 40 minuti dalla stazione. Insomma, fatevi voi un’idea della sveglia ma diciamo che non ero proprio freschissima – oltre che per le temperature (battutissima eh?)
Anche in questo caso ho soggiornato in una stanzettina di un AirBnb molto gradevole e nel pieno centro storico della città – questo il link se vi interessa, super consigliato per viaggiatori in solitaria!
Il centro città è grazioso e davvero, non saprei quale altro aggettivo usare per descriverla. E’ un mix di costruzioni risalenti all’epoca romana, case bianche, patii, edifici di origine musulmana, fiori, localini. Tutto in ordine casuale. Tutto che si mescola in modo naturale, come se fosse sempre stato così.
A Córdoba sono rimasta poco più di un giorno – poco, è vero. Però il centro è piccino e se riuscite a prenotare per tempo tutto quello che vi interessa vedere, riuscite a farci stare tutto (o quasi). Dunque, cosa non perdere?
- Mezquita y Real Alcazares: la Mezquita è pazzesca, nata come una moschea, è poi diventata una cattedrale cristiana e questi due mondi si sposano e allo stesso tempo contrastano. Un paio di ore dovete assolutamente dedicarle a questo complesso (e vi consiglio, prenotate i biglietti online!), sembra di essere in un altro mondo, in un’altra epoca, a contatto con un’altra cultura.
- Quartiere ebreo: poteva non essere questa la parte che ho preferito della città? Certo che no. Il quartiere ebreo è la zona con case bianche, strade strette e fiori. Ormai l’abbiamo capito. Capitolo FIORI: Córdoba fa i fiori molto bene. Benissimo, anzi. Córdoba fa anche i PATII molto bene. Vi dico solo che nel periodo tra aprile e maggio ci fanno proprio un festival, dove per due settimane gli abitanti della città aprono le loro case al pubblico affinché sia i loro concittadini che i turisti possano ammirare i cortili interni, curati alla perfezione e trasformati in piccoli angoli di paradiso. Così come la Juderìa, se siete interessati ai patii vi segnalo anche il Palacio de Viana e la zona di San Basilio, ne troverete uno dietro all’altro! Last but not least, vi dico anche che a Córdoba esiste anche la Calle de la Flores (la via dei fiori) e con questo ho detto tutto 😉
- Hammam: capitemi, amici. Ero sveglia dalle sei del mattino, avevo girato tutto il giorno e anzi, ero in giro (a piedi) dai sei giorni precedenti. Immaginavo che a quel punto del viaggio avrei avuto voglia di un momento di relax e un passaggio all’Hamman non è potuto cascare più a fagiolo. Ho trascorso un paio d’ore a mollo tra bagno turco, piscine con oli essenziali e massaggi e trattamenti super. Un sogno, ma nel vero senso della parola. Se l’idea vi stuzzica, anche in questo caso vi consiglio di prenotare online qui e portarvi un costume – enjoy!
- La Bicicleta: vi chiederete, di cosa di tratta? Potevo non includervi un posticino dove mangiare? Certo che no. Tra l’altro, questo localino si trova proprio a due passi dall’Hamman, proprio sulla stessa via – potete immaginare la mia gioia? E’ qui che ho mangiato uno dei toast di avocado più grandi ever, tipo che una fetta era grande due volte tanto la mia faccia e per questo highly recommended, obvs. Da segnalare anche La Libélula Coffee Shop, una caffetteria graziosissima e vegan-friendly.
- Puente Romano sul Guadalquivir: dopo cena, stanca com’ero, l’unica cosa che mi sono concessa è stata una passeggiata lungo il Ponte Romano che collega le due zone della città e che al tramonto diventa un colore rosato quasi da favola. Mettici la luce, mettici gli artisti di strada ed è fatta, tutto un po’ magico. Guardata qui sotto!
Granada
Bene amici, dopo la parentesi di Córdoba, sempre con un simpatico treno delle 8.00 del mattino, sono ripartita alla volta di Granada. Parentesi, lo sapevate che d’inverno, spesso, a Granada nevica? E che le temperature posso arrivare ad essere decisamente basse? Ora, essendoci andata a settembre, questo non è stato il mio caso, però lo sbalzo si è sentito e i trenta gradi anziché trentotto, fidatevi, hanno fatto la differenza.
Dopo aver fatto base alla stanza AirBnb – in questo caso ho avuto il piacere di fare conoscenza con Carmen con la quale poi abbiamo condiviso una birra a fine serata – sono partita subito alla volta del centro. Il centro di Granada non è ben definito, nel senso, cos’è il centro? La zona della Cattedrale? La zona dell’Alhambra? Io vi direi di partire da Plaza Nueva e da lì scegliere l’itinerario che fa al caso vostro, ecco come sono andate le mie 24 ore e quello che secondo me non dovete assolutamente perdervi:
- Alhambra y Generalife: scontato? Sì. Decisamente. Però sul serio, non potete perderveli. I giardini del Generalife sono tra i più belli che io abbia mai visto e l’Alhambra è una costruzione talmente enorme che quasi c’è da perdersi. Assolutamente prenotate la visita perché il numero di visitatori per la giornata è limitato e altrimenti rischiereste due presentarvi all’ingresso per poi scoprire che i biglietti per quel giorno non sono più disponibili. Un paio di ore sono il minimo ma vedrete, ne varrà la pena.
- Albayzín: l’albayzín è forse uno dei dei quartieri più tipici in cui sono stata in tutto il mio viaggio andaluso. E’ il quartiere di origine araba che ha mantenuto le sembianza del passato, ricco di vicoli strettissimi, salite e discese e scorci su tutta la città man mano che si sale verso la città alta. Passando per Calle Elvira per esempio sembra di trovarsi in tutto e per tutto per le strade di una città marocchina, piena di locali tipici, di negozio di tessuti, lampade, gioielli e teterìe. Non c’è altro da fare se non perdervi tra queste viette strette e trovare angoli da cui rimanere incantati!
- Miradores: sono i punti da cui si ha la possibilità di avere la vista migliore della città e della Sierra Nevada sullo sfondo. Armatevi di gambe forti (e magari evitate le ore più calde del giorno) però non potete perdervi il Mirador de San Nicolás: da qui la vista sull’Alhambra e sui monti circostanti è pazzesca e molto probabilmente verrete allietati dai tantissimi artisti di strada che si trovano proprio lì. Da questo punto, siete già a metà strada per salire e andare oltre, verso il Mirador de San Cristobal, da dove la vista è sull’intera città e vi farà rimanere a bocca aperta.
- Paseo de los Tristes: è una passeggiata che si estende tra l’Alhambra e l’Albayzin, costeggiando il fiume Darro. Si susseguono bar di tapas, nogozietti, stradine strette e casette molto belle. Molto romantico e molto piacevole.
- Universidad y Jardìn Botanico: non so spiegarvi cosa hanno di speciale, credo che in parte sia dovuta al fatto che sono capitata in questa zona dopo aver passato tutta la giornata su e giù per la città ed è stato come rilassarsi in un’oasi, un posto tranquillissimo al centro della città.
- Cibo: essendomi fermata solo per poco più di una giornata, non ho grandi locali da consigliarvi perché avevo una lista talmente lungo di posti che volevo vedere e cose che volevo fare che fermarmi a mangiare mi sembrava quasi una perdita di tempo (lo so, eresia, però è stato così). Volevo però segnalarvi I Need Coffee: una caffetteria molto bellina dove trovati panini giga e dolci vegani e che è uno dei pochi posti che ho trovato aperti la domenica mattina alle 8.30. Se vi sentite invece un po’ più fanti, a Granada c’è anche il Wild Food Café. Io non ho fatto in tempo a provarlo ma se vi capita penso proprio ne valga la pena.
Con Granada il mio viaggio andaluso in solitaria è terminato. Se consiglio questi posti? TOTALMENTE. Se ci state facendo un pensierino, buttatevi e anche se siete soli, non vi sentirete mai soli. Io vi giuro, avrei potuto parlare con chiunque e non c’è stato un istante in cui mi sia sentita da sola.
Tutti mi hanno detto che il periodo ideale per visitare questi posti è in primavera, specialmente durante la Semana Santa, per cui che dire, tempo per prenotare ce n’è 😉