Non se la cosa vi è saltata all’occhio o no, ma è nato lo spazio YOGA qui su Petite Red. Exciting timeeees! In realtà era da qualche tempo che stavo pensando di inserirla, man mano che assumeva un ruolo sempre più importante nella mia vita. Però ero sempre restia, dubbiosa, un po’ titubante su come affrontare il tema, che sì, mi è molto caro, ma di cui non posso certo dire di essere un’esperta. Due sono state le cose che mi hanno fatto cambiare idea, o perlomeno, mi hanno dato un po’ più di sicurezza in me stessa e con questo la convinzione di voler parlare anche di questo mondo che, non so se si era capito, mi sta tanto a cuore.
Si diceva, questa due cose che mi hanno dato la spinta sono state l’aver partecipato al mio primo YOGA RETREAT ever quest’estate e poi l’essermi (finalmente) iscritta ad un corso di Teacher Training.
Okay, su quest’ultimo ci tornerò sicuramente più avanti e in modo più approfondito. Oggi qui invece vorrei parlare dello Yoga Retrat: come è nata l’idea, dove ho trovato il corso, come mi sono trovata, insomma, un racconto di quella che è stata un’esperienza che per me ha davvero lasciato il segno quest’estate.
L’idea: la prima cosa che vi chiederete è, ma dove ti è venuto in mente? Come sapevi che esistono queste cose? Lo so, effettivamente non sono esperienze che vengono pubblicizzate spesso, almeno sui canali standard di promozione. Però, chi è un po’ yoga o solo fitness-fanatic, sicuramente avrà sentito parlare di queste vacanze “attive” nelle quali, oltre al relax (che ci vuole, chiariamo) è compresa una qualsivoglia attività. Per quanto mi riguarda, ho sempre ritenuto che questo tipo di vacanza potesse essere la mia dream-holiday, però, e torniamo sempre lì, ogni volta mi è mancato il coraggio. Quest’anno invece no, nel giro di qualche giorno ho deciso, ho fatto le mie ricerche, e appena ho trovato posto ho subito prenotato (una volta che mi metto in testa di fare qualcosa, state ben certi che questa c’avrà da fare!). Per la cronaca, la mia scelta è ricaduta sul retreat organizzato da Yogamea,un’associazione che ha sede in Italia a Cesenatico e in India, a Goa, e organizza retreats e teacher training. Non posso far altro che raccomandarvela, soprattutto se quello che state cercando non è nulla di particolarmente lussuoso o strutturato ma un’esperienza reale e senza troppi fronzoli.
Come trovare uno yoga retreat: non avendo mai preso parte ad un retreat di yoga (e vorrei specificare, non avendo una scuola o un insegnante di riferimento, essendo autodidatta), la prima cosa che ho fatto è stata chiedere al buon vecchio Google, digitando banalmente “yoga retreat”. E pensate? Esiste una vera e propria piattaforma internazionale – chiamata per l’appunto BookYogaRetreats.com – tramite la quale è possibile scegliere tra migliaia di esperienze in tutto il mondo: basta che voi scegliate la location, il range economico, il periodo e la durata e tac! avrete tutti i risultati a portata di mano, poi non vi rimane che scegliere! Tramite il sito poi potrete contattare direttamente la struttura e accordarvi per la prenotazione, chiedere dettagli che vi interessano, insomma, io non posso dire altro se non che mi sono trovata bene e che lo riutilizzerei.
Come è strutturato uno yoga retreat: sicuramente ognuno avrà la sua organizzazione interna che lo differenzierà un minimo dagli altri, però la base è la stessa. Per quella che è stata la mia esperienza, le giornate erano strutturate in questo modo:
- 7.00-9.00: Lezione di yoga sulla spiaggia e a seguire colazione
- 9.00-13.00: Tempo libero
- 13.00-14.00: Pranzo
- 14.00-17.30: Tempo libero o possibilità di partecipare alle attività organizzate
- 17.30-19.30: Lezione di yoga e cena
Come potete notare, c’erano sì, degli orari fissi ma per la restante parte del tempo ognuno era libero di organizzarsi come voleva, scegliendo di prendere parte alle attività organizzate o meno (io per esempio ho passato tutto il tempo libero in spiaggia – all’ombra – o in mare e non me ne vergogno!)
Chi aspettarsi: su questo fronte ero un attimo scettica, nel senso che mi aspettavo tutta una serie di hippies un po’ invasati (un po’ lo sono anche io, tranquilli che me ne rendo conto),un po’ estremisti del “settore”. Invece la cosa mi ha stupito in modo molto positivo perché ho trovato persone come me, appassionate, attive, in cerca di un’esperienza che potesse essere al tempo stesso rilassante ma anche stimolante. Pur essendo in Italia, ho trovato solo due ragazze italiane, mentre il resto dei partecipanti veniva dalle più svariate zone dell’Europa e non solo (tedeschi, inglesi, polacchi, canadesi, persino un australiano!). Inutile dire quanto questo sia stato un ulteriore stimolo e senza dubbio una grande occasione per confrontarmi con persone geograficamente lontane – ma alla fine non troppo lontane – da me.
Lo rifarei?: ASSOLUTAMENTE. Senza ombra di dubbio. Anzi, vorrei spingermi anche più in là e magari provare destinazioni più lontane e, perché no? per un periodo di tempo più lungo. E’ stata un’esperienza davvero emozionante, durante la quale ho davvero avuto la sensazione di connessione con me stessa, con la natura, con tutto ciò che mi stava intorno. Una consapevolezza che difficilmente avevo provato prima, ma che, ho capito, è qualcosa che voglio cercare di portare, per quanto possibile, nella vita di ogni giorno. Quindi sì, per farla semplice, thumbs up!
Voi cosa mi dite? Avete mai provato qualcosa del genere? O in caso contrario, vi piacerebbe provare?
Alla prossima,
Daria